Chicchirichì

 

È possibile raccontare la storia della passione di Gesù, della sua croce e della sua risurrezione a bambini di tre anni? «Chicchirichì» dei ‘Trapezisti Danzerini’ dimostra che si può fare addirittura coinvolgendo bambini molto piccoli, ragazzi e adolescenti senza dimenticare di stimolare anche la riflessioni degli adulti. Il Teatro è andato in scena mercoledì 7 marzo all’Oratorio di Balerna, sul palco Jacopo Bottani e Anna Maria Ponzellini, che ha sviluppato il testo apposta per gli oratori milanesi in collaborazione con la curia diocesana. Bambini, ragazzi e adulti in platea si trovano uniti a ridere, comprendere emozionarsi, ascoltando la storia del «maestro» raccontata da un entusiasta galletto di nome Giacometto che non lascia dormire la mamma gallina. «Alcune cose accadono prima e si comprendono dopo» continua a ripetere Giacometto alla mamma che non capisce la tavola apparecchiata per «12 uomini che ne seguono uno». Ma sarà proprio lei Peppina la mamma Gallina a spiegare a Giacometto che lavando i piedi ai 12 il Maestro si fa servo e che essere servo non è una cosa brutta perché significa amare le persone che ricevono quel gesto. Il Galletto non ha capito tutti i gesti di Gesù (finalmente alla mamma rivela il nome del Maestro) ma quando racconta cosa egli compie con il pane e con il vino la scena trasfigura nel silenzio e tutti gli spettatori ammutoliscono davanti al mistero. Giacometto però vuole arrivare a spiegare bene alla mamma Peppina perché lui vuole essere scelto per cantare dalla collina e nel suo racconto incontriamo Giuda (l’amico che però smette di essere vero amico) e Pietro attraverso l’esperienza di amicizia tradita e ritrovata che lo stesso Galletto ha vissuto da pulcino. E se il Gallo avesse cantato prima che Pietro tradisse? Sarebbe andato tutto diversamente? È la mamma a ricordare a Giacometto che in realtà il pianto di Pietro lo rende ancora più amico di Gesù. Il gallo però a questo punto ha cantato e Peppina vorrebbe tornare a dormire, ma Giacometto insiste che il vero canto del gallo per cui lui si vuole allenare non è ancora avvenuto, ce n’è un secondo molto più importante. Nel racconto che avanza incontriamo allora il potente Pilato che se ne lava le mani per arrivare alla croce e alla grotta che in sequenza accolgono Gesù. Per finire con le tre donne che vorrebbero piangere in silenzio al mattino presto il loro maestro morto ma che sono ‘disturbate’ dal più vero canto del gallo: il canto che annuncia la risurrezione. Giacometto vuole salire sulla collina per ricevere il ruolo del gallo che annuncia la risurrezione nella passione con la quale ogni anno va in scena la memoria più importante, la storia del Maestro Gesù. I Trapezisti Danzerini riescono con dolcezza e poesia, con la parola, i gesti, la mimica e la presenza scenica a coinvolgere tutti i bambini veri e anche ogni bambino nascosto negli adulti, nella storia di tutte le storie, quella della nostra salvezza.