LA SECONDA ONDATA DELLA PANDEMIA È ARRIVATA, SI È PRESENTATA VIRULENTA E CI COSTRINGE NUOVAMENTE ALLA FATICA DEL PROTEGGERE GLI AFFETTI E LE RELAZIONI SENZA PERÒ IMPRIGIONARLI O RELEGARLI IN UN
ANGOLO. ANCHE LE ESPRESSIONI DELLA NOSTRA FEDE CAMBIANO, SI ADATTANO E DEVONO INSERIRSI IN UN PANORAMA NUOVO. PAZIENZA, PRUDENZA E PREGHIERA: 3P UTILI E NECESSARIE A NON PERDERE DI VISTA IL BENE
DI TUTTI E DI CIASCUNO, IN UNA PARTITA, QUELLA CONTRO LA PANDEMIA, CHE DESIDERIAMO FORTEMENTE VINCERE.
CI È DI AIUTO E STIMOLO LA LETTERA PASTORALE DEL VESCOVO VALERIO DELLA QUALE VI PROPONIAMO UN RIASSUNTO CHE NON LA VUOLE ESAURIRE MA PIUTTOSTO ESSERE UN INVITO A PRENDERE IN MANO E LEGGERE IL
TESTO INTEGRALE, DISPONIBILE ONLINE E CARTACEO IN FONDO ALLA CHIESA COLLEGIATA.
1. Che cosa ci è accaduto?
Nel corso delle settimane più difficili della crisi sanitaria che abbiamo attraversato ho avuto più volte l’occasione, attraverso la celebrazione domenicale e la recita quotidiana del Santo
Rosario, di far balenare davanti ai vostri occhi, secondo quanto ogni volta mi veniva dato dal Signore, ora l’uno ora l’altro degli inesauribili riflessi della Parola di Dio, che in ogni
circostanza rimane fonte costante di illuminazione e di orientamento nel nostro camminare insieme come popolo di Dio verso la pienezza del Regno.
2. Sento la responsabilità di rivolgermi a voi
Con tutta sincerità e semplicità, desidero semplicemente esservi vicino, incoraggiarvi e - perché no? - provare a darvi l’indicazione di possibili piste di approfondimento e di sviluppo positivo
della dinamica di comunione in Cristo, in cui siamo inseriti e a cui niente e nessuno potrà mai costringerci a rinunciare.
3. La nota dominante: la sospensione
Nel nostro cuore si succedono, s’intrecciano e si sovrappongono gli slanci in avanti e i richiami prudenziali, gli stimoli alla fiducia e gli appelli a non abbassare la guardia. Così il rischio
della paralisi o del minimo sforzo per sopravvivere, in queste condizioni, è tutt’altro che irreale.
4. La pandemia ci ha lanciato una sfida
Da qui la sfida che siamo chiamati a raccogliere come cristiani, come ministri ordinati e operatori pastorali, ma anche e soprattutto come battezzati, abitati dallo Spirito di Dio che ha
risuscitato Gesù dai morti e darà vita ai nostri corpi mortali.
5. L’appello del Signore
Non dobbiamo rischiare di preferire i nostri piani a quelli che il Signore ci sta di fatto proponendo nel concreto delle nostre vite, individuali e collettive. È giusto e doveroso fare dei
programmi con gli elementi a nostra disposizione, ma dobbiamo essere pronti in ogni momento a lasciarli poi concretamente plasmare e trasformare da Dio.
6. Una riflessione sul nostro essere Chiesa
A questo riguardo, mi sembra fondamentale in questo momento, che ancora impone tante limitazioni alle attività a cui siamo abituati, prendere spunto per una più approfondita riflessione sul
nostro essere Chiesa, non a partire dai massimi sistemi e dai modelli teorici, elaborati a tavolino, ma dal vissuto recente di pastori e fedeli confrontati con le innumerevoli ricadute della
pandemia sulle nostre vite.
7. Un mio sogno: i laboratori di speranza
Sogno che, disseminati sul territorio, possano nascere piccoli e umili laboratori di speranza, luoghi dove la fede in Gesù Cristo, morto e risorto, non sia solo il riferimento generico di
appuntamenti religiosi garantiti dalla consuetudine, ma fermento d’intelligenza del reale, di presenza reciproca e fraterna, di attenzione a ogni forma di bisogno, di disagio e di povertà.
8. La parola d’ordine: Mistagogia
Si tratta di una proposta capace di armonizzare tra loro catechesi, liturgia e vita, e di favorire in tutte le sue componenti il coinvolgimento della Comunità cristiana nell’agire
pastorale.
9. Sviluppare ulteriormente le Zone e le Reti pastorali
Proprio da questo genere di conversione personale di ciascun fedele, le Zone e le Reti pastorali, di cui abbiamo tanto parlato e che in diversi casi hanno cominciato a dare incoraggianti segni di
vitalità e di fecondità, possono trarre linfa e dinamismo per svilupparsi ulteriormente.
10. Mettiamoci all’opera
Cogliamo l’occasione per imparare ad accompagnare con pazienza e fiducia i piccoli processi di trasformazione del nostro quotidiano e di umanizzazione delle pratiche ordinarie. In questa fase,
l’ardore che permane è più importante della fiammata che subito si spegne.
DELLA LETTERA PASTORALE DEL VESCOVO VALERIO È STATO TRATTO UN AGILE E SIMPATICO FASCICOLO ADATTATO PER BAMBINI E RAGAZZI.
UNA VERSIONE FUMETTO DA LEGGERE IN FAMIGLIA CON GIOCHI, DISEGNI, CURIOSITÀ E I BRANI PRINCIPALI DELLA LETTERA ORIGINALE.
IL VESCOVO VALERIO VI COMPARE COME CAPOTRENO CHE INVITA TUTTI A RIPARTIRE CON LUI, COME CUOCO CHE PROPONE LA RICETTA DELLA SPERANZA, COME PANETTIERE CON LE “MANI IN PASTA“ NELLA VITA DI CIASCUNO
DI NOI.
Il fascicolo “C’è un cuore in te” si può trovare in chiesa collegiata oppure contattando don Marco.