Sacrificio Quaresimale

Sacrificio Quaresimale realizza progetti in 14 paesi del Sud del mondo, per rafforzare persone e comunità in modo che, con le loro forze, migliorino le proprie condizioni di vita. In Svizzera, agisce per portare a un cambiamento di mentalità e di stili di vita.

 

Con la pandemia, Sacrificio Quaresimale deve aumentare gli sforzi perché le prospettive di molte persone, specialmente nel Sud del mondo, invece di migliorare peggiorano. Per questo motivo, in Svizzera non dobbiamo chiuderci nel nostro guscio, ma rafforzare la nostra solidarietà e adottare una visione mondiale di fronte ai problemi.
La missione principale di Sacrificio Quaresimale è quella di porre rimedio alla povertà, sensibilizzare il pubblico sulla realtà quotidiana delle persone nel Sud del mondo e influenzare le condizioni quadro per garantire condizioni di vita dignitose a tutte e a tutti.

Nel 2019 sono state circa 620’000 le persone che hanno beneficiato dei progetti. In Svizzera opera affinché si presti ascolto a quello che papa Francesco chiama «il grido della terra e dei poveri». Propone una nuova via per affrontare le enormi sfide con cui l’umanità si vede confrontata: gli egoismi che si stanno diffondendo mentre necessitiamo di soluzioni comuni; il cambiamento climatico che ha bisogno di azioni coraggiose invece di esitazioni; la distruzione di ecosistemi, il degrado dei suoli e la perdita di biodiversità; i molti conflitti che privano le persone di una patria.


In fondo alle tre chiese trovate le buste viola che raccoglieranno il frutto del no­stro “sacrificio quaresimale”. Saranno da riportare in chiesa durante le Messe della Domenica delle Palme (27 e 28 marzo). Troverete anche le tradizionali agende e molte altre riflessioni e informazioni sul sito della campagna: www.vedere-e-agire.ch

 

 

 

 

Invocare la giustizia climatica

La giustizia è un carattere centrale di Dio. La Campagna ecumenica di Sacrificio Quaresimale ci invita quest’anno a condividere la passione di Dio per la giustizia. I Salmi ci dicono: «Giustizia e diritto sono il fondamento del tuo regno» (Sal 89,15). Gesù stesso ha messo al centro la visione di una “buona novella” per i poveri e della liberazione degli oppressi (Luca 14,18-19)

La profonda ingiustizia in atto oggi risiede nel fatto che chi ha una responsabilità minore nel caos climatico, soffre maggiormente per i suoi effetti. Quando l’estrema siccità o le inondazioni distruggono i raccolti, le famiglie contadine non hanno la possibilità di procurarsi del cibo altrimenti. Quando il livello del mare si alza o violente tempeste inondano le case in Bangladesh, non interviene nessuna assicurazione a rifondere i danni e gli aiuti statali sono inesistenti. Eppure non si tratta di danni causati unicamente da eventi naturali. Le sofferenze sono causate, per quanto indirettamente e involontariamente, dallo stile di vita delle persone che vivono in paesi industrializzati e ricchi. Questa è l’ingiustizia più grande.
L’immagine della separazione delle pecore dalle capre usata da Gesù per parlare del giorno del giudizio (Matteo 25,32-33) ci interroga oggi come Chiesa di uno di questi paesi altamente industrializzati; sapremo noi dare un senso compiuto alle sue parole? «Perché io ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, avevo sete e non mi avete dato da bere, ero forestiero e non mi avete ospitato nella vostra casa, ero nudo e non mi avete vestito, ero malato e in prigione e non vi siete presi cura di me»?

Se oggi vogliamo essere discepoli di Gesù Cristo, non possiamo non invocare la giustizia climatica. I profeti ci ricordano che a Dio sta più a cuore la giustizia delle cerimonie religiose (Am 5,21-24). I nostri culti devono portarci a una “obbedienza sensibile” che si concretizza nello stile di vita, nel dare generoso, nel servizio ai nostri vicini, nelle azioni “politiche”. L’obiettivo concordato a livello globale di diminuire le emissioni di gas serra di oltre 1,5°C per evitare un aumento della temperatura non è una scelta arbitraria. Si basa su dati scientifici ed è sostenuto dai valori cristiani della compassione, dell’equità e della giustizia per i più vulnerabili.
Oggi Gesù ci chiama per essere le sue mani, i suoi piedi e la sua voce nel rispondere attivamente e con urgenza al grido dei poveri e della Terra.