Morire d'amore
La foto di copertina ritrae un particolare del Crocifisso ligneo processionale (inizi sec. XVIII) posto nel Battistero, ora in restauro da parte del nostro Tiziano Riva (in foto).
Gesù è ritratto nel momento in cui è appena spirato, con gli occhi chiusi. E’ una preziosa immagine “nostra” che ci aiuta a entrare nel tempo di Quaresima e a prepararci alla Pasqua.
Non è un Crocifisso angosciante e tormentato. Non è rappresentato come “ucciso”. E’ piuttosto il Figlio di Dio che dona la vita per noi. La sua morte appare come un dono d’amore. Quelle braccia
allargate vorrebbero abbracciare tutta l’umanità, ma nello stesso tempo ciascuno di noi. Infatti mi ha sempre colpito la particolarità di questa croce: la superficie dei due legni incrociati è
interamente coperta da un esteso specchio. La foto, per via della prospettiva, non ha la luce adeguata per mostrare questa particolarità, ma la noterete appena il Crocifisso sarà tornato, dopo il
restauro, nella sua sede. Il fedele che si accosta e prega, si vede riflesso in quel legno e gli sembra di essere proprio presente sul Calvario, ai piedi della croce. C’è Lui e ci sei tu.
Gli occhi chiusi di Gesù invitano ad un dialogo tra Lui e noi, silenzioso e intenso. Un confronto che ci fa sentire peccatori e poveri, colpevoli, ma che, nello stesso tempo, ci da un senso di
pace perché ci sentiamo amati, quasi prediletti (come l’apostolo Giovanni) da un Amore immenso. Più di così Gesù non poteva amarci.
Naturalmente questa è solo la prima parte del Mistero pasquale, poi segue l’altra parte che illumina e dà senso a quella morte.
Lo rivivremo nel solenne Triduo Pasquale che vi invito (quest’anno potremo finalmente celebrarlo “normalmente”) a seguire in presenza: la memoria dell’ultima “intima” Cena (Giovedì Santo),
l’adorazione della Croce (Venerdì santo), l’esplosione della Veglia pasquale (Sabato santo), l’Eucaristia luminosa del giorno di Pasqua. In quel crescendo saremo trascinati anche noi nel
passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla risurrezione, dalla vita vecchia a quella nuova pasquale.
Grazie, Gesù, per il dono d’amore della tua vita. Vogliamo accoglierlo con altrettanto amore.
don Gian Pietro
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