Domenica 27 marzo era visibile la gioia sul volto dei 130 partecipanti all’incontro delle famiglie del Vicariato del Mendrisiotto che la pandemia ai suoi inizi aveva cancellato, proprio nel marzo 2020. Eccoci finalmente a Pignora di Novazzano, sotto la vecchia casa delle guardie di confine, a ridosso della rete. Il filo conduttore dell’inusuale pellegrinaggio è la figura di san Giuseppe colto nel momento drammatico della “fuga in Egitto” della Sacra Famiglia, anch’essa profuga a motivo della guerra di Erode che si era abbattuta sui bambini di Betlemme e della regione. Ne seguiamo le orme, portando nel cuore e nella preghiera le migliaia di famiglie ucraine in fuga dalla loro terra per portare in salvo i doni preziosi dei bambini e delle madri. Lo spunto iniziale però è un fatto doloroso avvenuto ottant’anni fa a ridosso della stessa rete (solo qualche chilometro più in là, ad Arzo) che ha sconvolto la vita di una ragazzina italiana ebrea di tredici anni di nome Liliana Segre, unica superstite della sua famiglia dopo essere stata respinta e deportata. Simbolicamente davanti a noi un papà e sua figlia, con una vecchia valigia di migranti, attraversano il cancello di Pignora e poi tutte le famiglie dietro, in silenzio. Nel bosco silenzioso che ci separa dalla bella chiesa di San Giuseppe di Somazzo-Uggiate, facciamo due soste guidati da alcune riflessioni di papa Francesco, mentre i bambini con don Marco e alcune mamme si cimentano con un bel racconto che parla di un muro che separa ma che può essere superato con i ponti dell’amicizia e dell’accoglienza. La chiesa “dei morti di Uggiate”, dedicata a san Giuseppe, ci accoglie per il canto dei Vespri che si concludono con un antico e struggente canto polacco alla Madonna Nera. Sul sagrato condividiamo in allegria i dolci preparati dalle famiglie e ci diamo appuntamento per l’Ascensione, al Sacro Monte di Varese.